Lingue di gatto natalizie e budino con soli due ingredienti

Accendere una candela la sera, usare qualche goccia di olio essenziale, mettere un  fiore sul balcone della camera, appendere al muro una bella fotografia... Sono piccole cose che fanno la differenza. 

E noi cosa siamo? Siamo tante cose, siamo carne ed ossa, siamo corpi e menti, siamo vestiti, acconciature, trucco, scarpe e gioielli. Ma siamo davvero tutto questo? Oppure questa è solo una copertura, come uno spesso strato di polvere che avvolge un antico baule contenente un mondo intero, un mondo vero.

Ci penso spesso ultimamente: ma noi cosa siamo? 

Scarterei subito l'apparenza: vestiti, bracciali e collane... Il modo in cui ci presentiamo agli altri può dare un indizio. Ma non siamo tutto ciò, mi sembra troppo limitativo!

Non siamo nemmeno il nostro lavoro: non sono infermiera, in primis sono una persona, un'anima. Ho studiato per fare questo lavoro, ma non sono questo lavoro. Noi non siamo ciò che facciamo sul posto di lavoro, non possiamo essere ciò che facciamo in cambio di denaro! Può piacerci ciò che ogni giorno con dedizione ci prestiamo a compiere, ma non penso che questa sia la risposta alla domanda di partenza.

Non siamo i nostri pensieri: la mia insegnante di yoga mi ha fatto notare che ogni giorno pensiamo continuamente alle stesse cose, alle stesse preoccupazioni, alle stesse persone. I pensieri nuovi, creativi, diversi sono davvero pochi rispetto a quelli che giornalmente vagano nella nostra mente. Siamo potenzialità, possiamo essere qualsiasi cosa, cambiare continuamente, evolvere, scoprire, conoscere. La nostra mente è un universo di possibilità e noi ne utilizziamo una piccolissima parte, siamo pigri. Non possiamo essere dunque nemmeno ciò che pensiamo.

Forse siamo dettagli. Forse siamo la buona azione che compiano nei confronti di uno sconosciuto, la premura che rivolgiamo verso Madre Natura, il rispetto che osserviamo verso ciò che è diverso da noi senza però giudicarlo, siamo quella forza interiore e nascosta che ci spinge a rivolgere lo sguardo verso l'alto solo per il piacere di osservare il cielo, siamo quella mano che distrattamente getta le briciole dalla finestra e che qualche passero apprezzerà, siamo lo sguardo dolce che rivolgiamo al nostro cane che ci segue felice ad ogni passo, siamo i piedi che si fermano durante una passeggiata per ascoltare il silenzio della neve. Piccoli dettagli, piccole sfaccettature che possiamo, consapevolmente o meno, osservare e agire quotidianamente. Assomigliano al rumore che fa una foglia autunnale che partendo dal ramo si poggia a terra. E se le foglie non cadessero l'autunno non avrebbe quel tipico suono scrosciante e l'inverno rimarrebbe fermo chissà dove.

Credo che siamo tutte queste incantevoli cose, dettagli puri e semplici, non studiati, non soppesati, semplicemente spontanei, privi di giudizio perchè nemmeno noi ci accorgiamo di essi.

Forse è da questa riflessione che nasce la spinta a fare questa ricetta: degli albumi avanzati che proprio non riuscivo a buttare, pochi ingredienti, semplici, non ricercati. E un pizzico di magia, un incantesimo natalizio dato dalle spezie. Nasce così un bel biscotto, senza pretese, completo nella sua semplicità. Io lo adoro! Croccante, speziato, sottile... Ancora una volta devo ringraziare Luca Montersino.




> 100 gr burro a temperatura ambiente

> 200 gr zucchero a velo

> 100 gr farina 00

>  120 gr albumi a temperatura ambiente

> mezzo cucchiaino di cannella

> mezzo cucchiaino di zenzero in polvere

> un quarto di cucchiaino di chiodi di garofano in polvere

> 1 pizzico abbondante di sale


In una ciotola capiente lavorare con una frusta elettrica o con un mestolo il burro e lo zucchero per 10 minuti ottenendo una crema liscia e spumosa.

Aggiungere farina e albumi non montati alternandoli e mescolare bene. Infine aggiungere le spezie e il sale.

Versare il composta in una sac a poche con beccuccio tondo di 5 mm di diametro.

Formare dei piccoli filoncini su una teglia foderata di carta forno.

Infornare in forno caldo a 180° fino a doratura dei bordi.

Per una presentazione particolare aspettare 3-4 secondi dopo aver sfornato i biscotti, toglierli dalla teglia con una spatola in metallo e ancora caldi piegarli in due poggiandoli sul bordo di una ciotola, ottenendo così una forma ad U. Saranno carinissimi da presentare con un budino, con la classica crema pasticcera o semplicemente in accompagnamento ad un tè caldo presentandoli direttamente sulla tazza.

Altrimenti aspettare 5 minuti prima di toglierli dalla teglia in quanto da caldi sono ancora molto morbidi e si rischia di spezzarli.

Io li ho mangiati come accompagnamento ad un budino di cachi e cacao, velocissimo da fare. Allora vi lascio anche questa chicca. 


PER UN BUDINO AI CACHI:

> 1 caco

> 1 cucchiaio raso di cacao amaro

Tagliare il caco a metà e togliere tutta la polpa con un cucchiaino. Frullare la polpa col cacao utilizzando un frullatore ad immersione. Far riposare in frigo per 2 orette se volete una consistenza cremosa, una notte intera invece per una consistenza più soda.

All'inizio non credevo ai miei occhi, anzi, alle mie papille gustative: due soli ingredienti per un dolce così buono e senza zuccheri aggiunti, ne farine ne altro ingrediente!! Provatelo, non ve ne pentirete.

Io ho guarnito il budino con dei semini e della frutta secca per una colazione cremosa, croccante che strappa un sorriso.

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